venerdì 10 settembre 2010

Lettera d'addio

Amore mio ti sto aspettando. 
Quanto è lungo un giorno al buio o una settimana. 
Il fuoco è spento ormai e io sento un freddo orribile. Forse dovrei trascinarmi fuori ma poi ci sarebbe il sole. 
Ho paura di sprecare la luce per l'inno colorato per scrivere queste parole. 
Moriamo. 
Moriamo ricchi di amanti e di tribù di gusti che abbiamo inghiottito di corpi che abbiamo penetrato risalendoli come fiumi di paure in cui ci siamo nascosti come in questa caverna stregata senza memoria qualunquismo indifferenza mediazioni e ripensamenti. 
Voglio che tutto ciò resti inciso sul mio corpo siamo noi i veri paesi non le frontiere tracciate sulle mappe con i nomi di uomini potenti. 
Lo so che tornerai e mi porterai fuori di qui nel palazzo dei venti. 
Non ho mai voluto altro che camminare in un luogo simile con te, con gli amici. 
Una terra senza mappe. 
La lampada si è spenta e sto scrivendo nell'oscurità.


Katherine (Kristin Scott Thomas) ne "Il paziente inglese"

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